EDITORIALE A CURA DEL PROFESSOR
GILBERTO CORBELLINI
Di fronte a una minaccia pandemica o anche a un problema che generi meno ansia, ma che abbiano in comune il fatto che non si sa come venirne a capo efficacemente e rapidamente, viene spontaneo ricorrere alla memoria personale o a quella storica. Ci chiediamo se abbiamo già incontrato quella situazione o una analoga, ovvero se la cultura ci tramanda esempi utili per superare la sfida. Guardiamo cercando insegnamenti.
In diversi momenti, durante la pandemia da Covid-19, si è discusso se le esperienze di pandemie del passato avessero qualcosa da insegnare, prima sul fronte delle misure non farmacologiche e poi per rendere più capillari le campagne vaccinali, cioè per vincere le resistenze a vaccinarsi di percentuali variabili di popolazioni. Ci si è anche chiesti se la pandemia fosse prevedibile o se ci dovessimo sentire colpevoli delle zoonosi a causa dell’impatto ambientale delle attività umane.
Malgrado i tentativi di trovare capri espiatori e anche a fronte delle inquietanti informazioni rese pubbliche di esperimenti effettuati da ricercatori statunitensi e cinesi per rendere più aggressivo nei topi il coronavirus, la pandemia rimane un fenomeno naturale, che ha causato un impatto devastante per le modalità di trasmissione del patogeno, per la demografia attuale delle società umane che registra una presenza significativa di persone anziane e più suscettibili, e per l’accessibilità e le potenzialità di intervento dei reparti ospedalieri che si trovano facilmente ingolfati in mancanza di cure efficaci. Sono stati necessari mesi e il superamento di resistenze per capire come organizzare con maggiore efficienza l’approccio sanitario.
La pandemia in corso non ha tratto insegnamenti pratici dalla storia delle pandemie del passato, ma rimarrà nella storia. Forse non tanto per la sua gravità, significativa ma inferiore, almeno sulla base dell’impatto globale avuto sinora, in proporzione all’epidemiologia delle pandemie del passato, quanto, probabilmente, per il fatto che per quasi un anno la medicina scientificamente più avanzata che sia mai esistita ha arrancato e tutti abbiamo avuto paura. Abbiamo avuto paura in primo luogo del virus, e poi anche quando abbiamo capito che coloro che teorizzavano l’eradicazione di Covid-19 (Zero Covid) a ogni costo mentre il virus era ormai endemico, stavano raccontando una favola.
La scienza medica si è disunita di fronte alla minaccia pandemica, e gli scienziati si sono comportati di regola come esperti, o portatori di un punto di vista, invece che come praticanti di un metodo che produce conoscenze provvisorie ma affidabili. Nondimeno a una velocità
che l’amministrazione statunitense ha definito “curvatura”, grazie alle sinergie tra ricerca di basa e innovazioni industriali, sono planati i vaccini e la corsa alle armi con il virus è davvero iniziata, proseguendo in modi incoraggianti, anche se con non poche incertezze come è naturale quando è in atto un fenomeno darwiniano su scala planetaria. Almeno sul piano scientifico-tecnologico siamo pronti a sostenere la sfida e sono in arrivo anche i primi farmaci controllati per efficacia.
La settima edizione del Festival della Scienza Medica si articolerà in due parti. Durante la mattina saranno affrontati in prevalenza temi scientifico-epidemiologici, mentre nel pomeriggio saranno affrontati soprattutto aspetti di sanità pubblica e di clinica. Il Festival ha
voluto creare un’occasione di riflessione aperta e critica, a trecentosessanta gradi, invitando autorevoli studiosi che negli ultimi due anni hanno in modi diversi combattuto al fronte, che si trattasse di un laboratorio, di un reparto di malattie infettive, di una istituzione o comitato che studia e coordina i trattamenti e le scelte sanitarie o che esamina la diversa portata di metodologie usate per spiegare e affrontare le minacce. Ci troviamo in una fase particolare nell’evoluzione della pandemia, vale a dire quella in cui le comunità umane devono trovare modi meno sovraordinati di convivere con il virus: in altre parole, guardando proprio al passato, le società a un certo punto uscivano anche culturalmente o psicologicamente
dall’emergenza smettendo di far ruotare le loro vite e i loro discorsi intorno alla presenza incombente di un patogeno. Rispetto al passato oggi questa via di uscita sarebbe anche più percorribile, grazie ai vaccini.
Di certo dalle tragiche esperienze del passato non abbiamo imparato nulla sul piano della comunicazione, che in Italia è stata improvvisata e condotta in modi direttivi e contraddittori, nel senso che non ha aiutato o incentivato verso comportamenti più virtuosi rispetto ai rischi e alla prevenzione.
È verosimile che non impareremo dall’esperienza pandemica a meno che non si metta mano alla formazione dei medici. Un obiettivo che va al di là delle minacce infettive. Il filosofo Karl Popper pensava che noi apprendiamo dall’esperienza non per istruzione, cioè per via dell’effetto dei fatti, ma perché i fatti o le esperienze selezionano le migliori ipotesi che elaboriamo per spiegare il mondo. La formazione medica e le strategie sanitarie arrancano dietro ai problemi, invece di organizzare la cultura dei futuri medici al fine di fornire la capacità di gestire adattativamente sfide che per natura cambiano continuamente, per cui devono cambiare o migliorare, auspicabilmente in tempi più rapidi, le conoscenze e gli strumenti per risolvere i sempre nuovi problemi.
Gilberto Corbellini
Direttore Scientifico Festival della Scienza Medica
EDITORIALE A CURA DEL PROFESSOR
FABIO ROVERSI-MONACO
Covid 19. Cosa abbiamo imparato dalla pandemia.
In conseguenza di quanto è accaduto il ripensamento della sanità pubblica diviene tematica da affrontarsi con urgenza, per favorire il cambiamento, recuperando esperienze nuove in tema di flessibilità, che sono emerse nella vicenda Covid e che potrebbero facilmente essere disperse, anziché rafforzate, con il ritorno alla normalità.
Questo tema appare prioritario per più profili: anzitutto la riforma delle Università per modificare l’attuale organizzazione della facoltà di Medicina e per assicurare ai giovani un più rapido percorso accademico. Diverrebbe così possibile immetterli, in modo più incisivo, nel sistema della sanità, che deve ricevere giovani competenti e già formati, ma anche flessibili per tenere conto dello sviluppo inarrestabile della ricerca medica e della tecnologia. Le vicende Covid, che hanno investito gli anziani, pongono il problema dell’invecchiamento e dello sviluppo delle azioni necessarie a gestirlo, ivi compresa la realizzazione di strutture idonee a ospitare in condizioni dignitose coloro che perdono capacità ed indipendenza. A questo riguardo la proposta di introduzione di presidi territoriali nuovi, come le Case di comunità e gli Ospedali di comunità, dev’essere attentamente considerata per rafforzare l’assistenza domiciliare che si accompagnerebbe allo sviluppo della Telemedicina. In effetti il rafforzamento del servizio sanitario nazionale nel fornire servizi innovativi sul territorio dovrà essere realizzato attraverso una serie di strumenti giuridici con maggiori competenze e più ridotta burocratizzazione. A questo riguardo la riorganizzazione degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, sembra priva allo stato di una normativa che preveda e disciplini il rapporto con le Università.
E’ ben evidente la necessità di acquisire competenze manageriali per i sanitari al fine di prepararli, come dice il documento di missione 6 del piano PNRR, a “fronteggiare le sfide attuali e future in una prospettiva integrata, sostenibile, innovativa, flessibile, sempre orientata al risultato”. A questi fini l’ipotesi di istituire a livello nazionale un organismo rappresentativo dei dirigenti del sistema sanitario nazionale dovrebbe essere attentamente considerato.
Va infine identificato un modello condiviso per l’erogazione delle cure domiciliari, tenendo conto della necessità di un potenziamento dell’offerta delle cure intermedie affidate ai costituendi Ospedali di comunità e alle Case di comunità e lo sviluppo della
Telemedicina. Il tema dell’implementazione della telemedicina richiede una forte attenzione proprio per intervenire sulla formazione anche degli attuali medici professionisti che sono chiamati così a incrementare le loro competenze e la loro disponibilità al cambiamento.
Dal punto di vista operativo questa è forse la più necessaria e immediata innovazione: aggiornarsi dal punto di vista medico e aggiornarsi dal punto di vista organizzativo.
Infine, la vicenda Covid ha evidenziato il grave problema del come si dovrebbe comunicare in modi efficaci quando la salute delle persone corre un rischio immediato.
Fabio Roversi-Monaco
Presidente di Genus Bononiae. Musei nella Città
Professore di Medicina Interna presso University College di London and Director of Institute for Lover and Digestive Diseases of the Royal Free Hospital in London;
Professore di Medicina Interna presso University College di London and Director of Institute for Lover and Digestive Diseases of the Royal Free Hospital in London
Professore di Medicina presso l’University College London (UCL), Londra, Regno Unito. È un epatologo clinico e traslazionale, Sheila Sherlock Chair of Hepatology e Direttore dell’UCL Institute for Liver and Digestive Health, Division of Medicine. È uno dei pionieri nella ricerca dedicata ai meccanismi cellulari e molecolari della fibrosi epatica e ai relativi approcci diagnostici e terapeutici.
Attualmente è presidente del Consorzio EASL per l’epatologia rigenerativa e co-fondatore di Engitix Ltd.
Livio Presutti
Professore Ordinario, Direttore della Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Università di Bologna
Professore ordinario di Otorinolaringoiatria Almamater Studiorum Bologna.
Direttore della Clinica Otorinolaringoiatrica del Policlinico S Orsola – Malpighi
Direttore del Dipartimento Integrato ad Attività Assistenziale Malattie del Distretto Testa Collo
Autore di olre 200 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali
Pioniere della Chirurgia endoscopica dell’orecchio
Past President dell’Interational Working Group on Endoscopic Ear Surgery
Esperto di chirurgia oncologica testa collo con particolare riferimento alla chirurgia della Laringe
Stephen H Powis
National Medical Director at National Health Service and Professor of Renal Medicine at University College of London
Stephen Powis is the National Medical Director of NHS England and NHS Improvement and Professor of Renal Medicine at University College London.
Previously he was Medical Director (and latterly Group Chief Medical Officer) of the Royal Free London NHS Foundation Trust from 2006 to 2018. Professor Powis was also a member of the governing body of Merton Clinical Commissioning Group for five years and a Director of Healthcare Services Laboratories LLP. He is a past Chairman of the Association of UK Universities (AUKUH) Medical Directors Group and has been a member of numerous national committees and working groups, including the Department of Health Strategic Education Funding Expert Group. He is a past non-executive director of the North Middlesex University Hospital NHS Trust, including a period of eight months as acting chairman.
Marco Trabucchi
Professore di Neuropsicofarmacologia, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria
Diretto Generale AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, medico specializzato in farmacologia clinica. Vanta un’esperienza ventennale nella valutazione dei farmaci, nello sviluppo di Linee guida e politiche farmaceutiche. Proviene dall’OMS, dove è stato Segretario della Lista dei Farmaci Essenziali (WHO –EML) dal 2014.
Il Dott. Magrini ha iniziato la sua carriera come ricercatore presso l’Università di Bologna e all’Istituto Mario Negri. Nel 1999 ha fondato il CeVEAS – Centro per la valutazione dell’efficacia dell’assistenza sanitaria, Modena, che ha diretto fino al 2012.
È stato membro fondatore della Centro Cochrane Italiano e Direttore del Centro Collaborativo dell’OMS per la sintesi dell’evidenze e lo sviluppo delle linee guida dal 2008 al 2014.
Dal 2014 ha coordinato il Comitato di Esperti che redige la lista dei farmaci essenziali dell’OMS (WHO-EML) riferito all’anno 2015. È stato inoltre membro del Comitato Etico dell’OMS (OMS-ERC) per la ricerca clinica.
Massimo Annichiarico
Direttore Generale salute e integrazione sanitaria Regione Lazio
Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, Docente Università ALMA MATER STUDIORUM di Bologna nei corsi di formazione manageriale per Direttori di Struttura, Docente AGENAS nei corsi di formazione manageriale per Direttori di Struttura complessa organizzati, Docente della faculty del Master in Organizzazione dei Servizi Sanitari per il Provider MEDICARE – area didattica: management, Docente esterno – faculty della Scuola di Direzione Aziendale della Università Luigi Bocconi di Milano: area didattica – management sanitario.
Luigi Bolondi
Professore di Medicina Interna presso l’Università di Bologna
Luigi Bolondi, già Professore Ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Bologna e Direttore della UO di Medicina Interna del Policlinico S. Orsola di Bologna e della Scuola di specializzazione in Medicina Interna, è stato Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia della medesima Università.
Ha pubblicato varie monografie nel campo della Gastroenterologia e dell’Ultrasonologia. È autore di oltre 350 pubblicazioni riportate in PubMed ed ha un H index = 86 che lo pone nella lista dei primi 50 “Top Italian Scientists” in campo clinico.
Silvio Brusaferro
Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)
Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma; Professore ordinario di Igiene e Salute pubblica presso l’Università degli Studi di Udine. Attivamente impegnato, a livello nazionale e internazionale, su temi di Sanità Pubblica legati alla qualità in ambito sanitario, sicurezza del paziente, prevenzione e controllo delle infezioni, antimicrobico-resistenza e buone pratiche nella sanità pubblica.
Costanti, del suo impegno, sono l’utilizzo di conoscenze multisettoriali per acquisire e integrare punti di vista diversi, il cambiamento nelle organizzazioni per rispondere ai bisogni della comunità e dei singoli, con specifico riferimento alla promozione della salute e del benessere.
Cinzia Caporale
Dirigente tecnologo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche
Cinzia Caporale coordina la Commissione per l’Etica e l’Integrità nella Ricerca del CNR e l’omonimo Centro Interdipartimentale. È docente di Bioetica presso Sapienza Università di Roma e componente del Comitato Nazionale per la Bioetica (PCDM). Presiede il Comitato Etico dell’INMI L. Spallanzani IRCCS e il Comitato etico unico nazionale per le sperimentazioni su Covid-19 (D.L. 08/04/2020 n. 23). È componente dei comitati per l’integrità nella ricerca dell’Università degli Studi di Bologna e di Sapienza Università di Roma nonché del Comitato Scientifico del Festival della Scienza di Genova. È Presidente Onorario del Comitato Etico della Fondazione Veronesi e componente della Consulta scientifica del Cortile dei Gentili (Pontificio Consiglio della Cultura). È stata Presidente del Comitato Intergovernativo di Bioetica dell’Unesco per due mandati; sotto la sua presidenza è stata elaborata e adottata la Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani.
Gilberto Corbellini
Gilberto Corbellini è professore di Bioetica e Storia della Medicina alla Sapienza Università di Roma, ed è direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale. Collabora con il supplemento Domenica del Sole 24 Ore, ed ha pubblicato oltre una dozzina di libri, tra i quali: EBM. Medicina basata sull’evoluzione (Laterza 2007), La razionalità negata. Psichiatria e antipsichiatria in Italia (con G. Jervis, Bollati Boringhieri 2008), Scienza, quindi democrazia (Einaudi 2011), Tutta colpa del cervello. Introduzione alla neuroetica (con E. Sirgiovanni, Mondadori 2013), Storia e teorie della salute e della malattia (Carocci 2014) e Nel paese della pseudoscienza. Perché i pregiudizi minacciano la nostra libertà (Feltrinelli 2019).
Edward Holmes
Professore di biologia Università di Sidney
Edward (Eddie) Holmes è ARC Australian Laurate Fellow e Professore presso l’Università di Sydney.
È stato NHMRC Australia Fellow presso l’Università di Sydney, in cui è entrato nel 2012.
Il Professor Holmes ha conseguito la laurea presso l’Università di Londra (1986) e il Dottorato di ricerca presso l’Università di Cambridge (1990). Tra il 1993 e il 2004 ha ricoperto diverse posizioni presso l’Università di Oxford, tra cui Fellow of New College.
È stato eletto membro dell’Australian Academy of Science (FAA) nel 2015 e della Royal Society (FRS) nel 2017.
Nel 2017 ha vinto il New South Wales Premier’s Prize for Science and Engineering (Scienze biologiche).
John Ioannidis
Professore di Medicina, Ricerca e politica sanitaria e di Scienze dei dati biomedici presso la Stanford University School of Medicine e professore di Statistica presso la Stanford University School of Humanities and Sciences
John P.A. Ioannidis è Professore di Medicina, Professore di Epidemiologia e Salute della popolazione e Professore di Scienze dei dati biometrici presso la Scuola di Medicina, Professore di Statistica presso la Facoltà di Scienze umane e Scienze e Co-direttore del Meta-Research Innovation Center di Stanford (METRICS) presso la Stanford University. È inoltre Direttore del Meta-Research Innovation Center di Berlino (METRIC B).
Nicoletta Luppi
Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia, si laurea cum laude in Lingue e Letterature Straniere Moderne e, successivamente, consegue il Master in Business Administration presso la Luiss School of Management di Roma.
Nel 1993 entra a far parte di MSD e, nel tempo, ricopre ruoli di crescente responsabilità fino ad assumere la direzione delle Business Unit Cardiovascolare-Metabolico di MSD e di Schering Plough e di due aziende del gruppo (2003-2010) e, nel 2011, crea e dirige la Direzione Market Access & Commercial Operations, sempre alle dirette dipendenze dell’Amministratore Delegato.
Nel Settembre 2012, diventa Presidente e Amministratore Delegato di Sanofi Pasteur MSD e, successivamente, viene nominata Presidente del Gruppo Vaccini di Farmindustria per il biennio 2015-2016.
Dal Luglio 2015 è Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia e, dal 2016 è Presidente dell’Associazione Alumni LUISS Business School.
Alberto Mantovani
Professore di patologia generale e immunologia, Presidente della Fondazione Humanitas per la ricerca
Alberto Mantovani è nato a Milano nel 1948 dove si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973.
Dopo la specializzazione in Oncologia, ha lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Da ottobre 2005 è Direttore Scientifico di Humanitas e, dal 2014, docente di Humanitas University, di cui oggi è professore emerito.
Da diversi anni è il ricercatore italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale. I suoi ultimi libri sono: Non avere paura di sognare. Decalogo per aspiranti scienziati (2016), Bersaglio mobile (2018), I vaccini fanno bene (2020, con Guido Forni, Lorenzo Moretta, Giovanni Rezza), e Il fuoco interiore. Il sistema immunitario e l’origine delle malattie (2020).
Giovanni Rezza
Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute
Giovanni Rezza è stato Dirigente di Ricerca e ha diretto il Dipartimento Malattie Infettive presso l’Istituto Superiore di Sanità, ed è ora Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria al Ministero della Salute. Ha prestato servizio presso l’OMS a Ginevra. È Docente presso la Scuola di Specializzazione in Igiene all’università Cattolica di Roma e ha tenuto corsi alla specializzazione in Malattie Infettive dell’Università di Sassari. È esperto in indagini su epidemie, infezioni emergenti e vaccinazioni. È stato membro dell’Unità di Crisi del Ministero della Salute sul tema Influenza A H1N1; Membro della Commissione Nazionale AIDS e Malattie Infettive Emergenti e Riemergenti; Componente del Comitato Etico dell’IRCCS “L. Spallanzani” e dell’ISS, nonché’ della Commissione per l’etica della Ricerca del CNR. È ora membro del NITAG e del CTS su COVID-19.
È autore di oltre 400 articoli su riviste internazionali, di numerosi articoli su riviste italiane, di capitoli di libri in lingua italiana e inglese e di 5 libri editi a stampa.
Fabio Roversi-Monaco
Il Professor Fabio Roversi-Monaco ha ricoperto la carica di Magnifico Rettore dell’Università di Bologna dal 1985 al 2000. È Professore Emerito di Diritto Amministrativo presso lo stesso Ateneo.
Durante il Suo mandato da Rettore, ha concepito e realizzato la Magna Charta Universitatum, firmata da oltre 400 Rettori di tutto il mondo il giorno 18 settembre 1988 e successivamente da altri 500 Rettori, è Fondatore e Presidente Onorario dell’Observatory Magna Charta Universitatum.
È stato il promotore del “Bologna Process”, che ha trovato compimento nella partecipazione di ventinove Ministri dell’Istruzione Europei, riunitisi a Bologna nel 1999 per la comparabilità qualitativa dei titoli di istruzione dei vari Paesi e la libera circolazione degli studenti e dei laureati europei.
Gli incontri portarono alla redazione della “Bologna Declaration”, sottoscritta da 29 Paesi Europei il 19 giugno del 1999.
Partecipa a Comitati scientifici di numerose riviste scientifiche ed è Fondatore e Direttore della rivista “Sanità Pubblica e Privata”.
È stato Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e di Banca IMI, ove attualmente ricopre la carica di Vice Presidente. È Presidente della Società Museo della Città di Bologna S.r.l.
Gli è stata conferita la Laurea Honoris Causa dal Dickinson College di Carlyle, dalla Brown University di Providence, dall’Università Complutense di Madrid, dall’Università Panthèon 1 – Sorbonne di Parigi (Paris 1), dalla Johns Hopkins University di Baltimore, dalla Soka University di Tokio, dalla Universidad Externado de Colombia, dall’Università di San Pietroburgo, dall’Università di Barcellona, dall’Università di Cordoba, dalla Pontificia Universidad Cattolica di Belo Horizonte, dall’Università di Salta, dall’Università de Montréal, dall’Università di Denver, dall’Università Victoria di Melbourne, dall’Università Cattolica dell’Uruguay, dall’Università di La Plata, dall’Università di Trieste, dall’Università di Maribor, dall’Università Statale di Samarcanda, dall’Università “G.D’Annunzio” di Chieti e Pescara, dall’Università Palacky di Olomouc nella Repubblica Ceca.
È stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, di Cavaliere della Lègion d’Honneur dal Presidente della Repubblica Francese, di Cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia, dell’«Ordem de Sant’Iago de Espada» della Repubblica del Portogallo, della Croce di Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito di Malta, di Cavaliere di Gran Croce di Alfonso X il Savio dal Re di Spagna, di Commendatore dell’«Ordine di San Luigi della Repubblica Polacca», di Cavaliere dell’«Ordine al Merito Re Abdulaziz di seconda classe» dal Governo del Regno dell’Arabia Saudita.
È insignito del Paul Harris Fellow del Rotary International.
Pierluigi Viale
Professore di malattie infettive e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche
Pierluigi Viale è Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università di Bologna, e Direttore della UO complessa di Malattie Infettive presso l’azienda ospedaliero-universitaria Policlinico S. Orsola.
É esperto riconosciuto nel campo della terapia antimicrobica, con particolare riferimento al rischio infettivo nosocomiale ed al paziente immunodepresso.
VENERDÌ 2 OTTOBRE
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17.00 | Inaugurazione
Evento in live streaming
Cerimonia inaugurale e saluto delle autorità
17.00 | Covid-19: come le istituzioni hanno protetto i cittadini
Relatori: Silvio Brusaferro, Antonio Gaudioso, Nicoletta Luppi, Massimo Scaccabarozzi, Silvestro Scotti
Moderano: Fabio Roversi-Monaco, Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La pandemia da Covid-19 – pur nella drammaticità del suo impatto – ha evidenziato la capacità del nostro Servizio Sanitario Nazionale di far fronte, in modo resiliente ed efficace, all’emergenza. L’evento intende fare il punto sul ruolo svolto dalle principali Istituzioni del Paese, sottolineando le virtuose sinergie tra SSN e i vari attori – pubblici e privati – che hanno contribuito a mitigare l’impatto della pandemia. In particolare, la discussione consentirà di illustrare le learned lessons che il Sistema Paese ha tratto dall’emergenza per poter affrontare in futuro, in modo strutturato e sinergico, eventuali, possibili emergenze di carattere sanitario.
18.30 | Covid-19: modelli e prove
Relatore: John Ioannidis
Introduce: Lucio Ildebrando Maria Cocco
Evento in live streaming
I modelli, come quelli usati in epidemiologia, in genere ricorrono a teorie e congetture per inferire previsioni e orientare il processo decisionale in assenza di prove definitive. Al contrario, la medicina basata sulle prove si concentra maggiormente sul controllo dell’attendibilità dei dati e basa le decisioni su informazioni ricavate dai dati migliori e più affidabili. Questi due approcci sono complementari, ma a volte possono entrare in conflitto. La pandemia Covid-19 offre un esempio importante di come i due approcci sono stati oggetto di accese discussioni e stante che la posta in gioco nel processo decisionale appropriato era molto alta.
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SABATO 3 OTTOBRE
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17.00 | Epidemiologia di Covid-19 in Italia
Relatore: Giovanni Rezza
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La conferenza del Professor Rezza ricostruirà l’evoluzione epidemiologica di Covid-19 in Italia. La sua è la prospettiva più ravvicinata in quanto ha guidato la raccolta e l’analisi dei dati sulla circolazione del virus e sull’impatto delle misure adottate dal governo per ridurre i contagi e mettere sotto controllo l’epidemia.
17.30 | Infettivologia e clinica di Covid-19
Relatore: Pierluigi Viale
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
Dopo mesi di incertezze, oggi è possibile tracciare lo spettro della malattia da SARS-CoV-2, in grado di determinare forme di gravità minima/media in circa l’80% dei pazienti, casi gravi nel 15% e casi di elevata criticità nel 5%, con una mortalità globale stimata intorno al 3%. È altresì acclarato che il paziente sintomatico è il dispersore di virus più efficiente, ma fortunatamente il livello di contagiosità scema rapidamente nei primi 10 giorni di malattia, fatto che condizionerà una importante revisione delle misure di contenimento e di follow up. Restano molte incertezze sulle dimensioni e sul ruolo epidemiologico dei pazienti con infezione asintomatica, sui livelli di penetrazione del virus nelle popolazioni giovanile e pediatrica, sull’impatto dell’infezione nelle coorti di pazienti “fragili” e sugli effetti a lungo termine della malattia. È dunque un percorso di conoscenza ancora agli albori, che il mondo scientifico dovrà affrontare con estremo rigore metodologico ed altrettanta onestà ed umiltà intellettuali.
18.00 | La prevenzione, diagnosi e cura delle apnee ostruttive del sonno. Incontro sul PDTA dell’OSAS con rappresentanti della Regione Emilia-Romagna
Relatori: Giuseppe Insalaco, Francesca Milano, Kyriakoula Petropulacos, Giuseppe Plazzi, Claudio Vicini
Modera: Luigi Ferini Strambi
Evento in live streaming
La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS – Obstructive Sleep Apnea Syndrome), determinata da una ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, si manifesta con ricorrenti (nei casi più gravi possono essere diverse decine per ora di sonno) episodi di apnea. La causa è da ricercare in una alterazione anatomica e/o funzionale delle vie aeree superiori, compreso l’infarcimento adiposo dovuto al sovrappeso. Le apnee determinano una sequela di effetti dannosi e si associano a diverse malattie, risultando responsabili di una ridotta aspettativa di vita, di circa il 7 per cento di tutti gli incidenti stradali e di un elevato rischio di infortuni sul lavoro ed elevati costi sanitari, diretti e indiretti. Dal punto di vista medico l’OSAS è una malattia che richiede un approccio multispecialistico, se si vuole garantire un intervento ottimale per le persone di tutte le età. Le opzioni terapeutiche oggi disponibili comprendono diverse strumentazioni, indicazioni chirurgiche, diete e trattamenti farmacologici innovativi. L’OSAS è largamente sottodiagnosticata, per cui, oltre alla informazione dei rischi correlati a questa patologia, occorre costruire una rete di competenze per favorire la presa in carico dei pazienti e la qualità degli interventi.
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LUNEDÌ 5 OTTOBRE
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17.00 |Arte, mente e cervello dalla Grande Vienna ai nostri giorni
Relatore: Eric Kandel
Evento on demand – Archivio 2016
La sfida centrale della scienza del XXI secolo è capire la mente umana in termini biologici. L’effettiva possibilità di vincere questa sfida s’è aperta alla fine del ‘900 quando la psicologia cognitiva, la scienza della mente, si è fusa con la neuroscienza, la scienza del cervello.
Mente e Cervello, la dicotomia classica della filosofia, l’errore di Cartesio torna nella riflessione scintillante del premio Nobel per la Medicina del 2000, Eric Kandel. Scintillante e originale, nella scelta di una particolarissima forma d’arte, la ritrattistica del Modernismo a Vienna all’inizio del XX secolo. Sia questa forma d’arte, secondo Kandel, sia quel periodo, sono caratterizzati da una serie di tentativi pionieristici di collegare arte e scienza.
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MARTEDÌ 6 OTTOBRE
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17.00 |Interruttori e chiavistelli: controllo e crescita delle cellule normali e patologiche
Relatore: Tim Hunt
Evento on demand – Archivio 2016
Il ciclo cellulare definisce la corretta proliferazione delle cellule, ovvero come esse rimangano “buone” e non divengano cancerose. Molti geni coinvolti nella progressione del ciclo cellulare sono stati individuati agli inizi degli anni Settanta grazie a studi condotti sul lievito (sì, proprio quello da cucina!). Una conferenza tra enzimi che somigliano ad interruttori e interazioni che somigliano a chiavistelli o lucchetti che una volta chiusi hanno bisogno di una chiave e non di una semplice pressione.
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MERCOLEDÌ 7 OTTOBRE
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17.00 | Il ruolo di Mr. NO. L’ossido nitrico come molecola per la segnalazione
Relatore: Louis Ignarro
Evento on demand – Archivio 2017
La ricerca sull’ossido nitrico (NO) ha avuto uno sviluppo esplosivo dopo la scoperta nel 1986. Le prime azioni biologicamente rilevanti del NO segnalavano come nitroglicerina e nitrovasodilatatori collegati innescassero il rilassamento della muscolatura vascolare liscia liberando NO nel muscolo. Poco dopo si è visto che NO inibisce l’aggregazione piastrinica attraverso meccanismi biochimici specifici. NO agisce come neurotrasmettitore nei sistemi nervosi centrale e periferico, dove modula la memoria, l’apprendimento e la funzione erettile. NO può agire allo stesso modo sul tratto gastrointestinale, le vie aeree e la vescica e sfruttando queste proprietà, sono stati sviluppati nuovi farmaci per trattare l’ipertensione, l’aterosclerosi, l’ictus, l’angina, insufficienza cardiaca, le complicazioni vascolari del diabete, le ulcere gastrointestinali, l’impotenza e altri disturbi vascolari…e molto è ancora da scoprire!
18.00 | I recettori a 7 domini transmembrana (7tmrs)
Relatore: Robert Lefkowitz
Evento on demand – Archivio 2018
Qualsiasi nostra esperienza e azione, dall’assaporare un caffè e ricevere lo stimolo della caffeina fino alla reazione di paura per un pericolo, dipendono dall’attività combinata di milioni di cellule del nostro corpo, possibile grazie a sensori dislocati sulla loro superficie e al loro interno. Tra questi, i recettori a 7 domini transmembrana (7TMRs), così chiamati perché attraversano il doppio strato lipidico della membrana cellulare, sono di gran lunga la più versatile e ubiqua delle diverse famiglie dei recettori della superficie cellulare.
Di fatto essi regolano tutti i processi fisiologici. Fino a circa 40 – 50 anni fa la loro esistenza era controversa. Oggi se ne contano circa 1000. Si tratta di un campo di studi e di una storia personale di ricerca di almeno cinquant’anni. Recenti sviluppi stanno cambiando in modo radicale la nostra conoscenza della funzione dei recettori e di come essi sono regolati.
A partire dalla dualità del processo di segnalazione attraverso le proteine G e le betaarrestine, si stanno costruendo i “ligandi biased” o selettivamente funzionali per sfruttare questi nuovi meccanismi e le informazioni molecolari al fine di ottenere nuove classi di
farmaci.
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GIOVEDÌ 8 OTTOBRE
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17.00 | Covid-19 nella storia delle pandemie
Relatore: Gilberto Corbellini
Introduce: Fabio Roversi-Monaco
Evento in live streaming
Gli agenti infettivi che hanno causato epidemie o pandemie nella storia, esprimono caratteristiche biologiche strettamente collegate alle loro origini. Per esempio, i protozoi parassiti e altri agenti di infezioni croniche accompagnarono l’uomo durante il suo viaggio evolutivo, quando le comunità umane erano poco numerose e nomadi. Numerosi batteri e virus passarono dagli animali domestici all’uomo dopo la transizione agricola, evolvendo fino all’età industriale e alle misure di controllo medico. La globalizzazione ha favorito l’emergere di infezioni nuove per l’uomo, dovute a nuovi contatti con animali selvatici e che possono svilupparsi in pandemie date le densità e l’elevato e veloce spostamento delle persone.
17.30 | Rianimazione e Covid-19
Relatore: Luciano Gattinoni
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La funzione primaria della terapia intensiva è mantenere le funzioni vitali del paziente per il tempo necessario a che la malattia, che le ha compromesse, guarisca sia per intervento medico sia per una sua naturale evoluzione. La funzione vitale più frequentemente alterata da COVID-19 è quella respiratoria. Da qui la necessità di “comprare il tempo” necessario alla guarigione, sia assistendo la respirazione (casco – ossigeno ad alto flusso), sia sostituendola artificialmente (ventilazione meccanica). L’aggettivo “intensiva” denota la necessità di monitoraggio e assistenza medico-infermieristica continua, in quanto le funzioni respiratorie possono variare molto rapidamente. Mantenere il paziente vivo mentre gli antivirali, eparina, cortisonici e, soprattutto, le naturali difese immunologiche del paziente controllano la malattia, è la funzione della ventilazione meccanica.
È fondamentale, inoltre, che questa tecnica sia applicata correttamente per non causare più danni di quanti ne voglia evitare.
18.00 | Cosa abbiamo imparato su Covid-19 con l’esperimento di Vò Euganeo
Relatore: Andrea Crisanti
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La conferenza del Professor Crisanti illustrerà l’esperimento di Vò, dove la popolazione del paese veneto è stata isolata e sottoposta a controlli periodici per tracciare la circolazione del virus. L’esperimento di Vò è diventato un modello per adeguare gli algoritmi matematici e trarre indicazioni per il contenimento e l’eliminazione dei contagi.
18.30 | Alimentare il futuro: la nutrizione al tempo di Covid-19
Relatori: Angelo Benedetti, Andrea Ghiselli, Maurizio Pessato, Andrea Segrè
Evento in live streaming
A cura di CAAB e Fondazione FICO
Durante il lockdown gli italiani hanno modificato le loro abitudini alimentari, la modalità di fruizione e gestione degli alimenti.
I dati di un’indagine dell’Osservatorio Waste Watcher della Campagna Spreco Zero, che verrà presentata con particolare riferimento al consumo di ortofrutta, mostrano le nuove tendenze. Un’evoluzione che ha portato a un approccio col cibo più equilibrato e consapevole, una dieta legata agli stili di vita e al regime nutrizionale mediterraneo, di cui è certificato il benefico impatto per la salute. L’obiettivo, adesso, è che la Dieta Mediterranea diventi stile di alimentazione e di vita nel lungo periodo, quando l’emergenza pandemica sarà finalmente passata.
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VENERDÌ 9 OTTOBRE
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17.00 | Economia politica di Covid-19
Relatore: Fabio Pammolli
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
Il contagio e le misure di contenimento della mobilità e di social distancing hanno prodotto una contrazione significativa delle attività economiche sul lato dell’offerta, accompagnata da una contestuale riduzione della domanda di beni e servizi. Quali diritti e quali bisogni sono stati giudicati come meritevoli di tutela prioritaria? Come si è strutturata in concreto l’affermazione di un principio di precauzione? Quali sono le conseguenze economiche e sociali del contagio? Quali decisioni alternative sarebbero state possibili? Quanto hanno inciso gli assetti dei sistemi di biosorveglianza e l’organizzazione complessiva dei diversi assetti sanitari? Quali misure sembrano prioritarie, per innalzare le capacità di gestione di una seconda ondata o di altre possibili emergenze pandemiche? Questi alcuni dei temi e degli interrogativi che saranno affrontati.
17.30 | La discussione sull’impiego di farmaci cardio-vascolari durante la pandemia
Relatore:Claudio Borghi
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La pandemia da COVID-19 ha fatto emergere incertezze ed insicurezze circa la solidità delle nostre conoscenze e la tenuta dei sistemi sanitari a livello mondiale. Tra le incertezze irrisolte, spicca la reale efficacia delle strategie terapeutiche con informazioni che si sono succedute e rincorse circa il ruolo in prima istanza taumaturgico e poi deleterio di trattamenti solo ipotetici o basati su esperienze precedenti e con limitata affinità. Abbiamo assistito allo sconvolgimento dei principi della ricerca, alla cancellazione della medicina basata su prove, a decisioni basate solo sulla presunzione soggettiva di efficacia e alla necessità di ritrattazioni clamorose da parte di riviste mediche estremamente prestigiose, probabilmente ingannate da “ricercatori” in cerca di fama e successo personale. Tra i fatti più deleteri causati dalla presunzione di efficacia, cui abbiamo assistito in epoca COVID-19, vi è la vicenda dei farmaci inibitori del RAS (ACE-inibitori e sartani) ampiamente utilizzati nella popolazione in era pre-COVID ed erroneamente indicati come possibili “untori” farmacologici, cioè in grado di promuovere il contagio con conseguenze disastrose in termini di continuità terapeutica e possibili conseguenze.
Oggi quel mondo impazzito e basato per lo più su congetture e letture di comodo della realtà può essere giudicato con maggiore obiettività e distacco ipotizzando una soluzione per un futuro in cui la ragione possa avere di nuovo il sopravvento, anche quando le evidenze scarseggiano e la tentazione di soluzioni autarchiche si affaccia pericolosamente.
18.00 | La ricerca accademica per il contrasto a Covid-19: 4 esperienze a confronto
Relatori:Fiorella Calabrese, Andrea Gori, Francesco Puoci
Introduce: Nicola Maria Fioravanti
Evento in live streaming
A cura di Intesa Sanpaolo
Quattro importanti università italiane raccontano i progressi dei loro progetti di ricerca per il contrasto a Covid-19.
- Prof. Andrea Gori, Università degli Studi di Milano: valutazioni sulla presenza di più patologie nello stesso individuo correlate all’infezione da SARS-CoV-2.
- Prof.ssa Fiorella Calabrese, Università degli Studi di Padova: studio delle correlazioni clinico-patologiche legate alle lesioni tessutali e organiche in pazienti deceduti positivi.
- Prof. Giovanni Scambia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma: analisi dei fattori immunologici, ormonali e genomici alla luce dei differenti effetti del virus su uomini e donne.
- Prof. Francesco Puoci, Università degli Studi della Calabria: approfondimenti in campo immunologico per lo studio degli anticorpi sintetici contro il virus.
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SABATO 10 OTTOBRE
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17.00 | Come le culture e i governi possono spiegare la diffusione di Covid-19 e i tassi di mortalità
Relatore: Michele J. Gelfand
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La diffusione di COVID-19 rappresenta una crisi globale nell’ambito della salute pubblica, eppure alcune nazioni sono state più efficaci di altre nel limitare la diffusione del virus durante le prime fasi della pandemia. Dimostreremo che la variazione culturale nella rigidità delle norme sociali, o modello “tightness-looseness” (rigidità-apertura), insieme all’efficienza dei governi, sono fattori fondamentali nella diffusione precoce di COVID-19. I modelli multilivello mostrano che, controllati altri fattori, le nazioni con culture più rigide e governi efficienti sono state le più efficaci nel limitare la crescita e la mortalità di COVID-19. Un modello teorico basato sui giochi evoluzionistici ha fornito risultati convergenti.
17.30 | Covid-19 in gravidanza
Relatore: Gianluigi Pilu
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
Al momento in cui si scrive, l’infezione da SARS-CoV 2 non sembra costituire un grave pericolo per le donne in gravidanza. Il decorso è sovrapponibile a quello delle donne non gravide in età fertile: nella maggioranza dei casi l’infezione è asintomatica; i casi con manifestazioni gravi sono pochi e in genere riguardano pazienti con co-morbilità. Non sono stati fino ad ora documentati effetti sfavorevoli sul prodotto di concepimento, se si esclude un possibile incremento del rischio di parto prematuro. Il virus non attraversa la placenta e nessun caso di trasmissione verticale è stato fino ad ora documentato. A differenza di altre infezioni da coronavirus (SARS, MERS) la funzione placentare non sembra risultare compromessa.
17.30 | Al di là del virus: società, comportamenti, pandemia ed infodemia
Relatore: Giovanni de Girolamo
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La recente pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto devastante sull’intero pianeta, provocando conseguenze drammatiche da un punto di vista sanitario, sociale ed economico. Mentre la minaccia ha innescato un’amplissima mole di ricerche sul piano biologico, clinico ed assistenziale, le problematiche psicosociali ad essa correlate non hanno ricevuto sino ad oggi analoga attenzione, e ciò trova riscontro nei finanziamenti concessi nel nostro Paese in questi mesi ai progetti di ricerca, che sono stati esclusivamente rivolti a studi di carattere virologico, clinico o farmacologico. Nonostante ciò, sia la diffusione sia il contenimento di una pandemia coinvolgono direttamente i comportamenti individuali e di gruppo, il che dovrebbe richiedere opportuni approfondimenti scientifici, altrettanto rigorosi di quelli strettamente clinico-biologici. Le stesse conseguenze della pandemia, e delle misure adottate per contenerla (lockdown), sui vari strati della popolazione hanno ricevuto un’attenzione non sufficientemente rigorosa. La presentazione illustra le principali conseguenze psicosociali della pandemia da COVID-19 e delle strategie più efficaci per limitarne l’impatto sulla popolazione generale e sulle fasce più vulnerabili. Verranno discusse alcune ricerche quantitative condotte in Italia ed un ampio progetto europeo di ricerca in questo ambito.
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LUNEDÌ 12 OTTOBRE
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17.00 | Salute e sanità universali: un obiettivo davvero irraggiungibile?
Relatore: Amartya Sen
Evento on demand – Archivio 2017
Un sistema sanitario universalistico è pensato spesso alla stregua di un obiettivo ideale, un sogno utopistico e sostanzialmente irrealizzabile. Ma se si guarda alle esperienze di alcuni paesi come Rwanda, Thailandia e Bangladesh, queste suggeriscono una prospettiva possibile e un orizzonte meno fatalista. In luogo di procedere verso una privatizzazione indiscriminata dei servizi sanitari a livello di base, la presa in carico di questi ultimi, in una fase iniziale, da parte dell’intervento pubblico può accompagnare i processi che portano a sistemi più maturi e integrati, riuscendo a favorire anche la crescita economica.
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MARTEDÌ 13 OTTOBRE
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17.00 |Le sfide scientifiche, etiche ed economiche della medicina di precisione
Relatore: Aaron Ciechanovern
Evento on demand – Archivio 2019
L’aspettativa di vita è cresciuta di almeno trent’anni nel ventesimo secolo. Continuerà ad aumentare? Quanto a lungo vivremo? Molto dipenderà dai nuovi dispositivi tecnologici, dalla capacità di sostituire tessuti degenerati con tessuti funzionali e dai nuovi farmaci. Soprattutto, dipenderà dalla disponibilità di procedure meno casuali per scoprire i nuovi trattamenti, dato che ancora sono sviluppati attraverso gli screening di molecole senza conoscere il meccanismo d’azione e assumendo che la malattia sia la stessa in ogni individuo; mentre sono necessarie strategie mirate per prevedere l’efficacia e gli effetti a livello dei singoli pazienti. Poiché siamo geneticamente ed epigeneticamente unici non abbiamo tutti lo stesso cancro alla prostata o lo stesso diabete, per cui i trattamenti devono essere ritagliati o personalizzati con precisione. Per fare questo si stanno usando tecnologie che determinano il profilo molecolare e biochimico individuale. Questa nuova medicina comporta significativi costi economici e solleva problemi bioetici, in particolare per quanto riguarda le tutele della privacy.
18.00 |Alla scoperta dei geni responsabili della immunità: la genetica al servizio della salute
Relatore: Bruce Beutler
Evento on demand – Archivio 2016
Il nostro sistema immunitario è formato da due linee di difesa. La prima è costituita dall’immunità innata, seguita dall’immunità adattativa attraverso le cellule T e B, che producono anticorpi e cellule killer che distruggono microrganismi e le cellule infette. Le scoperte che hanno rivoluzionato il concetto di linee di difesa immunitaria sono arrivate studiando i meccanismi di difesa nel moscerino della frutta. Questi risultati hanno dimostrato che mammiferi e moscerini della frutta utilizzano molecole simili per attivare l’immunità innata.
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MERCOLEDÌ 14 OTTOBRE
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17.00 |Ritmi circadiani, moscerini della frutta e il finanziamento pubblico alla ricerca di base
Relatore: Michael Rosbash
Evento on demand – Archivio 2018
Gli ultimi 35 anni hanno segnato un profondo cambiamento nel campo dei ritmi circadiani. Questa “era” molecolare si è aperta con gli studi su Drosphila, il moscerino della frutta che è un modello della ricerca in genetica da oltre 100 anni. Insieme ai miei colleghi abbiamo identificato i meccanismi sottostanti la sincronizzazione circadiana, scoprendo che tali meccanismi si sono conservati evolutivamente in tutti gli animali. In altre parole, i progressi ottenuti dallo studio del moscerino della frutta sono direttamente utili per la ricerca sugli esseri umani. Di più: l’orologio circadiano governa larga parte di tutta l’espressione genica, negli uomini tanto quanto nei moscerini stessi. Questo spiega come una considerevole parte della fisiologia animale (biochimica, metabolismo, endocrinologia, comportamento, il sonno, etc.) risulti sotto il controllo circadiano. Nel cervello del moscerino questo orologio conta su 75 coppie di neuroni, e ciò facilita molto il nostro lavoro di ricerca a confronto con la complessità del cervello nei mammiferi, lavoro che si concentra sul rapporto tra la funzione circadiana nel cervello e nel sonno. Il mio campo di ricerca è stato largamente finanziato dai National Institutes of Health degli Stati Uniti, che rimane essenziale per portare avanti la ricerca collegata alla salute.
18.00 |Passato, presente e futuro della riprogrammazione nucleare
Relatore: John Gurdon
Evento on demand – Archivio 2019
Il piano sperimentale di trasferire il nucleo di una cellula somatica in una cellula uovo privata di nucleo (clonazione) risale alla fine dell’Ottocento e il primo successo risale al 1952. Nel corso degli anni Sessanta la tecnologia del trasferimento nucleare fu sviluppata sperimentalmente con diversi risultati sugli anfibi e si scopriva che la cellula uovo è in grado di riprogrammare il nucleo di una cellula somatica per dar vita da capo a un animale. Si è dovuto attendere il 1997 per registrare la nascita del primo mammifero clonato (Dolly). Quali sono i risultati applicativi già realizzati e le prospettive future del vasto settore di studi e sviluppi clinici, ma anche industriali, che sono derivati dall’uso della tecnologia del trasferimento nucleare? Queste ricerche sollevano delle preoccupazioni sul piano etico, che vanno affrontate tenendo presente il quadro scientifico delle nostre conoscenze.
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GIOVEDÌ 15 OTTOBRE
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17.00 | Le zoonosi e l’emergenza Covid-19
Relatore: Edward Holmes
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
Le zoonosi sono state a lungo un problema per le società umane e probabilmente saranno sempre più frequenti.
Fortunatamente, le nuove tecnologie genomiche sono uno strumento potente per rivelare rapidamente le origini delle epidemie.
In questa sede si dimostrerà l’utilità del sequenziamento metagenomico di prossima generazione nella scoperta di patogeni, con particolare riguardo all’emergenza di COVID-19. Si analizzeranno le probabili teorie legate alla sua origine e al suo sviluppo, nonché le cause per cui i coronavirus passano a nuovi ospiti così comunemente. Infine, verrà illustrato come possiamo prevenire che pandemie come quella da COVID-19 si ripetano.
17.30 | Il medico e Covid-19: opportunità e rischi per la salute mentale
Relatore: Angelo Fioritti
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La pandemia Covid-19 sta ponendo i sistemi sanitari ed i professionisti della salute di fronte a sfide e stress con pochi precedenti. Se è ancora presto per poter prevedere quali saranno gli esiti nel lungo termine sul benessere psicologico dei professionisti e sulla solidità delle organizzazioni cui appartengono, si dispone già di evidenze e riflessioni sugli effetti psicosociali negativi nel breve e medio termine sui singoli, ma anche sulle potenzialità di “crescita post-traumatica” dei professionisti e delle organizzazioni.
18.00 | Comunicare la salute sui social media: cosa ha insegnato Covid-19
Relatore: Enrico Bucci, Eugenio Santoro
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
L’emergenza dettata dalla pandemia di Covid-19 ha stravolto il mondo della comunicazione. I social media non potevano rimanere estranei all’impatto e alla trasformazione, facendo da cassa di risonanza a fenomeni di disinformazione e alle fake news. Per contrastare questa pratica è scesa in campo l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha denunciato i pericoli di questa “infodemia” capace di provocare danni al pari della stessa pandemia. Accanto all’OMS si sono mosse le principali piattaforme di social media con la promozione di link verso profili istituzionali di provata affidabilità. Le organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali, le riviste mediche e gli stessi scienziati e ricercatori hanno contribuito a diffondere i risultati delle loro ricerche e a promuovere una informazione corretta, non sempre, purtroppo, chiara e coerente agli occhi dei non addetti ai lavori.
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VENERDÌ 16 OTTOBRE
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17.00 | I vaccini contro Covid-19: sfide, strategie e opportunità
Relatore: Rino Rappuoli
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La conferenza illustrerà lo stato dell’arte della vaccinologia e di altri approcci al controllo immunologico del virus. Circa 320 vaccini contro Covid 19 si trovano in diverse fasi di sperimentazione e utilizzano differenti tecnologie. Non solo vaccini sono allo studio, ma anche anticorpi monoclonali che possono neutralizzare il virus e curare con precisione ed efficacia le malattie.
17.30 | Sistema immunitario e terapie, dal cancro a Covid-19
Relatore: Alberto Mantovani
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
Il sistema immunitario è, insieme al sistema nervoso centrale, uno dei due massimi sistemi del nostro organismo.
Una comprensione meno approssimativa dei meccanismi immunologici ha aperto la strada a una nuova frontiera nella lotta contro il cancro. COVID-19 ci ha ricordato della nostra ignoranza e dell’importanza dell’immunità nei confronti delle malattie infettive.
18.00 | Le terme al tempo della pandemia
Relatori: Marco Conti, Nicola Castaldini
Modera: Luigi Bolondi
Evento in live streaming
A cura di GVM Care & Research – Clinica privata Villalba e Terme di Castrocaro.
La pandemia ha acceso molte paure che rischiano di allontanare i cittadini da prestazioni sanitarie benefiche per la salute. Tra queste, le cure termali, che da sempre rappresentano un ausilio al trattamento di malattie cronico-degenerative, metaboliche, cardio-respiratorie, che riconoscono una serie di fattori di rischio comuni a tutte e la cui riduzione si potrebbe ottenere mediante un approccio integrato di medicina, alimentazione, movimento, terme, relax.
Come per i farmaci, anche per le cure termali occorre rispettare le corrette indicazioni terapeutiche, le controindicazioni e la posologia, per assicurarne un impiego appropriato e sicuro. Per fronteggiare la crisi epidemiologica e garantire la fruizione delle cure in piena tranquillità, la Direzione sanitaria delle Terme di Castrocaro ha realizzato una importante riorganizzazione degli ambienti di cura e la formazione adeguata del personale.
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SABATRO 17 OTTOBRE
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17.00 | Immunità e parassiti: le difese innate
Relatore: Bruce Beutler
Introduce: Lucio Ildebrando Maria Cocco
Evento in live streaming
All’inizio degli anni ’90, abbiamo iniziato a cercare mutazioni spontanee che abolissero la risposta immunitaria innata ai lipopolissaccaridi dei batteri Gram-negativi. La mutazione ha portato alla luce una nuova famiglia di recettori dedicati al riconoscimento di molti microbi, tra cui batteri, funghi, virus e protozoi. Nel tentativo di trovare nuovi fenotipi che spieghino la funzione immunitaria innata, abbiamo introdotto centinaia di migliaia di cambiamenti nel genoma del topo. In questo momento, utilizzando una piattaforma automatizzata per il rilevamento delle mutazioni e la “mappatura meiotica”, che restringe la posizione della mutazione, abbiamo identificato e classificato 2.399 mutazioni in 1.178 geni che causano cambiamenti misurabili nelle risposte immuno-infiammatorie. Stimiamo che circa la metà dei geni necessari per la normale funzione immunitaria siano stati rilevati in questo modo. Nei mammiferi l’immunità è mediata in gran parte, anche se non interamente, da cellule di origine ematopoietica. I linfociti, le cellule dendritiche, i macrofagi, i neutrofili e altre cellule derivate dagli organi che formano il sangue lavorano in modo coordinato per combattere le infezioni: a volte con successo e a volte no. Alcune mutazioni genetiche studiate nei topi di laboratorio hanno portato nuove scoperte. Tali mutazioni possono modificare le risposte immunitarie sia innate sia adattative, eliminandole, compromettendole o, in alcuni casi, aumentandole. Alcune mutazioni possono salvare la normale funzione quando una mutazione preesistente l’ha compromessa. Le mutazioni che sopprimono gli effetti di altre mutazioni possono indicare obiettivi per lo sviluppo di farmaci o terapie basate sui geni per malattie specifiche.
17.30 | “Unmet needs” della narcolessia
Relatore: Giuseppe Plazzi
Introduce: Gilberto Corbellini
Evento in live streaming
La narcolessia è una malattia autoimmune, frequentemente a esordio infantile, con un decorso cronico, dovuta alla distruzione dei neuroni che producono l’orexina, un peptide secreto dall’ipotalamo. È una malattia rara, caratterizzata da sintomi apparentemente facili da riconoscere, ma è inspiegabilmente difficile da diagnosticare. In Italia, dove la narcolessia colpisce circa 4 persone ogni 10 mila abitanti, i pazienti a cui è stata diagnosticata sono meno di duemila, a fronte di una stima epidemiologica di circa 24mila soggetti affetti da questa condizione. Al problema del ritardo diagnostico si aggiunge quello delle diagnosi errate. Numerosi studi dimostrano come una diagnosi rapida, un precoce accesso alla terapia e una corretta aderenza alla stessa possano modificare la qualità di vita di questi pazienti, consentendo un normale apprendimento, una adeguata scolarizzazione, un inserimento adeguato nel mondo del lavoro e normali relazioni sociali e affettive. Grazie a campagne di informazione e di educazione, l’Italia è fra i paesi che hanno garantito una diagnosi rapida e un precoce accesso ai farmaci a numerosi bambini affetti da narcolessia. Fra le iniziative più importanti e innovative le “Red Flags della Narcolessia”, per identificare i campanelli d’allarme che possono indicare la presenza di narcolessia, il Progetto TENAR (Telemedicine for Narcolepsy), un progetto di telemedicina che consente di accedere alla consultazione medica per il sospetto di narcolessia e il Registro Italiano della Narcolessia.
18.00 | Gli aspetti etico-deontologici della pandemia
Relatori: Stefano Canestrari, Cinzia Caporale, Susi Pelotti
Evento in live streaming
La pandemia Covid-19, in continua evoluzione, relativamente imprevedibile e di durata incerta, a fronte delle risorse, scarse rispetto ai bisogni, impone scelte in ambito sanitario che riguardano l’accesso in ospedale, alla terapia intensiva, l’uso di farmaci e di vaccini, in una cornice professionale e di salute pubblica carica di tensioni etiche. Anche la ricerca scientifica e la sperimentazione di farmaci non sfuggono a un necessario livello di valutazione che ne garantisca la qualità e la sostenibilità etica. Richieste di tutela provengono anche dai sanitari che, drammaticamente coinvolti nell’affrontare le sfide della pandemia, vedono agitarsi il tema della responsabilità professionale.
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