Si rinnova quest’anno l‘appuntamento con il Festival della Scienza Medica, che vede protagonisti scienziati di fama internazionale, tra cui il Premio Nobel Andrew Z. Fire della Stanford University, e massimi esperti in diversi campi della ricerca e dell’innovazione, con l’ambizioso intento di avvicinare il grande pubblico alla cultura medico-scientifica e alle sue sfide, e di fornire ai cittadini le basi metodologiche per poter effettuare scelte razionali in campo sanitario.

Il Festival è una iniziativa della Fondazione Scienza Medica, in collaborazione con L’Università di Bologna, l’Accademia delle Scienze di Bologna e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. L’edizione di quest’anno, la prima dopo la fine ufficiale della pandemia da Covid 19, si ripropone di riportare il grande pubblico alla presenza attiva e partecipata nella sede del Festival, che si svolge nella cornice prestigiosa dell’aula absidale di Santa Lucia.

Nessuno può ragionevolmente negare che, grazie ai progressi della scienza medica, del progresso scientifico più in generale e delle sue ricadute sul piano della diagnosi, della terapia e della prevenzione, l’umanità abbia acquistato un tempo di vita maggiore, con livelli di aspettativa alla nascita che in diversi paesi occidentali superano gli ottanta anni. Eppure, oggi, si passa buona parte del tempo conquistato a preoccuparsi per la propria salute, chiedendo in modo quasi ossessivo alla medicina risposte assolute non sempre possibili e che pongono il medico e il paziente di fronte a dilemmi complicati e scelte spesso laceranti. 

La decisione sulle scelte terapeutiche basata sulle ipotesi diagnostiche, in passato un processo relativamente semplice, quasi un automatismo da parte del medico subìto passivamente dal paziente, è divenuta oggi il momento centrale di tutto l’iter sanitario. Certamente, il momento più critico e complesso, perché deve tener conto non solo delle competenze del medico, sempre più difficili da acquisire e da mantenere aggiornate, ma anche della autonomia decisionale del paziente, condizionata da fattori sociali, culturali e caratteriali, dagli aspetti etici, dai livelli di rischio e di responsabilità e, last but not least, dalle risorse disponibili. 

Per questo si è deciso di dedicare il Festival di quest’anno al tema 

“Decidere in Medicina. Autonomia del paziente e responsabilità del medico”.

Come in tutti i campi dello scibile e della vita quotidiana, anche nell’ambito delicato della decisione medica ha fatto irruzione l’Intelligenza artificiale, portando al centro della discussione pubblica il tema “Intelligenza della Salute”, già affrontato nel Festival della Scienza Medica del 2019, l’ultima edizione prima della pandemia. 

L’intelligenza artificiale apre prospettive potenzialmente sconvolgenti nel processo decisionale in medicina mediante l’utilizzo dei Big Data, le piattaforme digitali per la raccolta dei dati clinici, e la possibilità di accedere alle sterminate informazioni della rete:   è inevitabile, dunque, che si inserisca come terzo attore nella relazione medico-paziente, suscitando una serie di interrogativi sulla portata e le conseguenze delle sue funzioni, che si aggiungono alla complessità già evidenziata dalle nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche. Certamente l’avvento della Intelligenza artificiale in medicina rappresenta un ulteriore avanzamento verso la pervasività della tecnologia che caratterizza la nostra epoca, e ha reso ancor più difficile la comprensione di quale potrà essere in un futuro ormai non tanto remoto l’equilibrio nel rapporto uomo-macchina. In quale misura i pazienti continueranno ad avere bisogno dell’Uomo-Medico e non solo della macchina che diagnostica, sceglie (e anche attua) la cura?

Su questa complessità si dipana il programma del Festival che, partendo dalla prima sessione “Intelligenza artificiale in medicina”, sviluppa poi diverse linee di discussione: “Decisioni mediche e linee guida: Tra prove, scelte informate, algoritmi e responsabilità medica e quindi “Chirurgia robotica: dove e quando”, “Genomica in Medicina”, “Umanizzare le decisioni mediche”, le “Nuove scelte terapeutiche”, “Neuroscienze e decisioni mediche”, allo scopo di offrire una panoramica delle diverse prospettive da cui affrontare il tema della decisione in medicina: senza dimenticare che, al centro di esso, rimangono il medico, con la sua esperienza e le competenze ma anche tutti i dubbi e le difficoltà legati alle scelte da compiere, e il paziente, con le sue incertezze, i suoi timori, le sue speranze e le sue angosce. 

 

Fabio Roversi Monaco
Presidente Festival della Scienza Medica

Luigi Bolondi