EDITORIALE A CURA DEL PROFESSOR
FABIO ROVERSI-MONACO

Covid 19. Cosa abbiamo imparato dalla pandemia.

In conseguenza di quanto è accaduto il ripensamento della sanità pubblica diviene tematica da affrontarsi con urgenza, per favorire il cambiamento, recuperando esperienze nuove in tema di flessibilità, che sono emerse nella vicenda Covid e che potrebbero facilmente essere disperse, anziché rafforzate, con il ritorno alla normalità.

Questo tema appare prioritario per più profili: anzitutto la riforma delle Università per modificare l’attuale organizzazione della facoltà di Medicina e per assicurare ai giovani un più rapido percorso accademico. Diverrebbe così possibile immetterli, in modo più incisivo, nel sistema della sanità, che deve ricevere giovani competenti e già formati, ma anche flessibili per tenere conto dello sviluppo inarrestabile della ricerca medica e della tecnologia. Le vicende Covid, che hanno investito gli anziani, pongono il problema dell’invecchiamento e dello sviluppo delle azioni necessarie a gestirlo, ivi compresa la realizzazione di strutture idonee a ospitare in condizioni dignitose coloro che perdono capacità ed indipendenza. A questo riguardo la proposta di introduzione di presidi territoriali nuovi, come le Case di comunità e gli Ospedali di comunità, dev’essere attentamente considerata per rafforzare l’assistenza domiciliare che si accompagnerebbe allo sviluppo della Telemedicina. In effetti il rafforzamento del servizio sanitario nazionale nel fornire servizi innovativi sul territorio dovrà essere realizzato attraverso una serie di strumenti giuridici con maggiori competenze e più ridotta burocratizzazione. A questo riguardo la riorganizzazione degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, sembra priva allo stato di una normativa che preveda e disciplini il rapporto con le Università.

E’ ben evidente la necessità di acquisire competenze manageriali per i sanitari al fine di prepararli, come dice il documento di missione 6 del piano PNRR, a “fronteggiare le sfide attuali e future in una prospettiva integrata, sostenibile, innovativa, flessibile, sempre orientata al risultato”. A questi fini l’ipotesi di istituire a livello nazionale un organismo rappresentativo dei dirigenti del sistema sanitario nazionale dovrebbe essere attentamente considerato.

Va infine identificato un modello condiviso per l’erogazione delle cure domiciliari, tenendo conto della necessità di un potenziamento dell’offerta delle cure intermedie affidate ai costituendi Ospedali di comunità e alle Case di comunità e lo sviluppo della

Telemedicina. Il tema dell’implementazione della telemedicina richiede una forte attenzione proprio per intervenire sulla formazione anche degli attuali medici professionisti che sono chiamati così a incrementare le loro competenze e la loro disponibilità al cambiamento.

Dal punto di vista operativo questa è forse la più necessaria e immediata innovazione: aggiornarsi dal punto di vista medico e aggiornarsi dal punto di vista organizzativo.

Infine, la vicenda Covid ha evidenziato il grave problema del come si dovrebbe comunicare in modi efficaci quando la salute delle persone corre un rischio immediato.

Fabio Roversi-Monaco

Presidente Fondazione per la Promozione e lo Studio della Scienza Medica